La notizia
Noi missionari italiani vogliamo esprimere la nostra solidarietà alla sofferenza dei migranti africani, che da anni vengono impiegati nei campi della Piana di Gioia Taura, in stato di schiavitù , per la raccolta delle arance.
Il 7 gennaio, intorno alle 14,30, in Contrada Spartimento, un giovane africano è stato ferito da un fucile ad aria compressa. Intorno alle 17,30 ,altri due africani , nei pressi della Rognetta, sono stati raggiunti dai colpi di una arma simile.
A seguito di questa aggressione, sono iniziate le proteste degli immigrati. Dapprima con copertoni bruciati e piccole barricate fatte usando i cassonetti, fino alla vera e propria rivolta nella serata di giovedì, quando gli africani hanno bloccato la via nazionale e sfogato la loro rabbia, a lungo repressa, su automobili, vetrine di negozi e passanti. Una vera e propria guerriglia urbana.
Da qui la reazione dei cittadini di Rosario (su 15.000 abitanti, 4.000 sono migranti) che hanno reagito con altrettanta brutalità alla violenza degli immigrati. Ne sta seguendo una vera e propria caccia al nero!
Il ministro degli Interni Maroni,ha dichiarato che “i disordini di Rosarno sono il frutto di troppa tolleranza nei confronti dei clandestini”. (…) estratto da “NOI NON SIAMO ANIMALI”
10 gennaio 2010
Commissione di GPIC della CIMI
Missionari Comboniani Castelvolturno (Caserta)
Missionari Comboniani Rione Sanità (NA)
http://www.giovaniemissione.it
Come potremo noi cantare?
Oggi non riesco a scrivere poesie.
Fermate i soccorsi! Bloccate la ambulanze!
In nome di chi, in nome di cosa
Si muovono i soccorsi
Si lanciano le notizie
Ci si mobilita si discute e si interviene?
In nome di chi? In nome di cosa?
Io vi dico che mentre giocavamo
ai sottintesi ideologici col diavolo
quello ci ha scippato il criterio dell’anima
Fermate i soccorsi! Bloccate la ambulanze!
Mi rivolgo principalmente a voi fratelli e sorelle
battezzati in Cristo
nel nome del padre del figlio
e dello spirito santo
che siate poi convinti di essere
ancor più giusti e giustificati
perché romani o di rito greco
riformati luterani o anglicani
avventisti mormoni o maroniti
che andiate a messa solo a Natale
o vi facciate un segno ogni quarto d’ora
bigotti o progressisti
non fa fatto alcuno
voi che siete in Cristo: tutti.
Ma non sarei dispiaciuto, veramente
di avere l’attenzione dei fratelli maggiori
devoti della legge di Mosè, assieme ai fratelli minori
che leggono il libro arabo del Dio
buono clemente e misericordioso…
E poi tutti gli uomini e donne di buona volontà
gli illuministi, i gnostici e gli agnostici
gli idealisti i marxisti i situazionisti
gli esistenzialisti gli atei
quelli di Grosseto e di Kansas City
chiedo la vostra attenzione perché devo tenere
un discorso ai cristiani italiani oggi.
Ascoltate la mia parola, se credete.
Una parola che si leva
dopo avere saputo dei fatti di Rosarno
dalla lettera dei fratelli Comboniani.
Io dico che Dio mi ha voluto poeta,
ed è vero, lo dico e di Dio adorno
le belle parole che lo spirito mi suggerisce
di cogliere nel giardino del creato.
Ed è un creato ancora,
nonostante ogni sforzo
dell’esercito delle paure, ancora
ricco di meraviglia, vita e orizzonti.
Ora però, come Arjuna prima della battaglia,
le mie ginocchia vacillano, la mia vista brucia.
E sebbene sia di temperamento gioviale
devo ora adoperare parole severe.
Dico solo questo: basta!
Una buona volta basta!
Altro che ancòra e ancòra.
ora che abbiamo recitato il mea culpa
collettivo con la bella poesiola di barabba
impostaci del calendario dai transistori
su giornali e social network
così da ritrovarci sotto l’ombrellino antiproiettile
in soggiorno in un borghese, caldo e rinfrancante senso di colpa
da dividere a merenda come un biscottino…
Eccoci qui nuovamente pronti, meschini, bugiardi,
schifosi, come lo sono i nostri sorrisi
sul mondo che brucia. Che centriamo noi?
Bisogna dire e fare solamente basta.
Non occorre un seminario, nessun dibattito.
Io ho sopportato, noi abbiamo sopportato
con pazienza di genitore
vedendo i nostri figli crescere
una strisciante progressiva malvagità
presa a prestito nei luoghi di fatica
distribuita nei centri commerciali
emulata dalle televisioni urlate
insuflata nei giocattoli
giustificata dalle istituzioni…
mentre giocavamo
ai sottintesi ideologici col diavolo
quello ci ha scippato il criterio dell’anima
Fermate i soccorsi! Bloccate la ambulanze!
basta con tutta questa ipocrisia!
Non se ne può più
venite uno ad uno
cronisti
testimonial
marescialli eroi di guerra
parlamentari e consiglieri
insegnanti
impiegati
studenti
operai
artigiani
uomini di fatica
caporali
autisti di linea
questurini e vigili urbani
giornalai baristi barbieri
osti e fruttivendoli
quelli che so io come si fa
quelli che la buttano in politica
e quelli che la buttano nell’indifferenza
giovanotti rozzi e ignoranti
che non avete mai ricevuto
il brivido di una severa sculacciata
o una verità profonda di vita mai condivisa
come invece la complicità in meschinità comuni coi gradi
che vi hanno battezzato alla corruzione
o le lacrime di un genitore
che torna a casa senza il lavoro
venite, lasciate le vostre impronte
fatevi riprendere dalla telecamera
del vostro stolto entusiasmo
mentre sputate sul crocifisso
firmando contro una moschea
pronunciate veramente pubblica abiura del Cristo
abbiate il coraggio di crocifiggerlo ancora
piantate e ficcate con le vostre mani analfabete e bestiali
le ferle tra i polsi e i piedi
e per una volta se suonasse il cellulare
di qualche altro deficiente come voi
non rispondete: avrete finalmente qualcosa da fare
rinnegate la vostra professione di fede
la vostra vera fede è un telecomando
una schedina, i risultati delle partite
e un quarto d’ora di sesso sudato
in una sudicia stanza. E via!
Di nuovo pronti a scannarvi
Per un parcheggio o un rigore
Fate veramente schifo. Ed ora
avete estromesso anche la pietà
cristiana, siccome a quella umana
non nasceste pronti, né mai usi.
Dio abbia pietà di voi miserabili servi,
siete voi il pericolo denso, grave e cieco del mondo
convinti di essere piccoli padroni
per un battesimo espunto a pochi mesi sul ciuffo di latte
una comunione in fila come pecorelle
un’acidula cresima con schiaffetto del vescovo.
E per cosa? Tutti questi sacri segni
non sono forse la stessa abominevole idolatria
esecrata da Isaia? Non è questa la desolata
terra in cui proliferano delitto e solennità?
Come devo leggere il sangue che scorre sulle mie strade
alla luce delle scritture? Insegnatemelo voi
sempre così pronti a voltar pagina a comando!
Prima di prodigarvi verso qualsiasi missione
agite per ciò che siete veramente
chi popola le chiese sia chiesa
ma chi arma il pugno
pensando di essere nel giusto e con Dio
preghi che Dio sia distratto
perché l’appello è suonato da un pezzo.
Nel nome di Dio Padre e di Gesù Cristo
Nel nome di Francesco di Paola
Quanti battezzati ci sono a Rosarno?
Quanti in Calabria?
Quanti battezzati ci sono in Italia?
In nome di Dio rispondete!
Venite fuori, testimoniate!
Cosa siete nati a fare?!
Che ridicola tragedia…
Dov’è ora la telecamera del sabato sera
pronta a fare la pace per le strade
cantando canzonette di giustizia nel Vietnam!
La voglio vedere!
e il Dio dei Tarallucci & Vino
e le Vallette di Stato dov’è finito il mondo
davanti a quest’altro mondo!?
Qui vengono allontanati dalla chiesa teologi pericolosi
ma non si scomunica un solo mafioso!
Che Dio vi perdoni tutti!
arrivano giorni terribili fabbricando queste nubi
e oggi anche io mi ritrovo in questo male
E come potremo noi cantare?
©Gabriele Via Bologna, mercoledì 13 gennaio 2010
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