mercoledì 13 gennaio 2010

COME POTREMO NOI CANTARE?

La notizia

 

Noi missionari italiani vogliamo esprimere la nostra solidarietà alla sofferenza dei migranti africani, che da anni vengono impiegati nei campi della Piana di Gioia Taura, in stato di schiavitù , per la raccolta delle arance.

Il 7 gennaio, intorno alle 14,30, in Contrada Spartimento, un giovane africano è stato ferito da un fucile ad aria compressa. Intorno alle 17,30 ,altri due africani , nei pressi della Rognetta, sono stati raggiunti dai colpi di una arma simile.

A seguito di questa aggressione, sono iniziate le proteste degli immigrati. Dapprima con copertoni bruciati e piccole barricate fatte usando i cassonetti, fino alla vera e propria rivolta nella serata di giovedì, quando gli africani hanno bloccato la via nazionale e sfogato la loro rabbia, a lungo repressa, su automobili, vetrine di negozi e passanti. Una vera e propria guerriglia urbana.

Da qui la reazione dei cittadini di Rosario (su 15.000 abitanti, 4.000 sono migranti) che hanno reagito con altrettanta brutalità alla violenza degli immigrati. Ne sta seguendo una vera e propria caccia al nero!

Il ministro degli Interni Maroni,ha dichiarato che “i disordini di Rosarno sono il frutto di troppa tolleranza nei confronti dei clandestini”. (…) estratto da “NOI NON SIAMO ANIMALI”  

10 gennaio 2010

Commissione di GPIC della CIMI

Missionari Comboniani Castelvolturno (Caserta)

Missionari Comboniani Rione Sanità (NA)

http://www.giovaniemissione.it

 

 

Come potremo noi cantare?

 

Oggi non riesco a scrivere poesie.

 

Fermate i soccorsi! Bloccate la ambulanze!

 

In nome di chi, in nome di cosa

 

Si muovono i soccorsi

 

Si lanciano le notizie

 

Ci si mobilita si discute e si interviene?

 

In nome di chi? In nome di cosa?

 

Io vi dico che mentre giocavamo

 

ai sottintesi ideologici col diavolo

 

quello ci ha scippato il criterio dell’anima

 

Fermate i soccorsi! Bloccate la ambulanze!

 

Mi rivolgo principalmente a voi fratelli e sorelle

 

battezzati in Cristo

 

nel nome del padre del figlio

 

e dello spirito santo

 

che siate poi convinti di essere

 

ancor più giusti e giustificati

 

perché romani o di rito greco

 

riformati luterani o anglicani

 

avventisti mormoni o maroniti

 

che andiate a messa solo a Natale

 

o vi facciate un segno ogni quarto d’ora

 

bigotti o progressisti

 

non fa fatto alcuno

 

voi che siete in Cristo: tutti.

 

Ma non sarei dispiaciuto, veramente

 

di avere l’attenzione dei fratelli maggiori

 

devoti della legge di Mosè, assieme ai fratelli minori

 

che leggono il libro arabo del Dio

 

buono clemente e misericordioso…

 

E poi tutti gli uomini e donne di buona volontà

 

gli illuministi, i gnostici e gli agnostici

 

gli idealisti i marxisti i situazionisti

 

gli esistenzialisti gli atei

 

quelli di Grosseto e di Kansas City

 

chiedo la vostra attenzione perché devo tenere

 

un discorso ai cristiani italiani oggi.

 

Ascoltate la mia parola, se credete.

 

Una parola che si leva

 

dopo avere saputo dei fatti di Rosarno

 

dalla lettera dei fratelli Comboniani.

 

 

 

Io dico che Dio mi ha voluto poeta,

 

ed è vero, lo dico e di Dio adorno

 

le belle parole che lo spirito mi suggerisce

 

di cogliere nel giardino del creato.

 

Ed è un creato ancora,

 

nonostante ogni sforzo

 

dell’esercito delle paure, ancora

 

ricco di meraviglia, vita e orizzonti.

 

Ora però, come Arjuna prima della battaglia,

 

le mie ginocchia vacillano, la mia vista brucia.

 

E sebbene sia di temperamento gioviale

 

devo ora adoperare parole severe.

 

 

Dico solo questo: basta!

 

Una buona volta basta!

 

Altro che ancòra e ancòra.

 

ora che abbiamo recitato il mea culpa

 

collettivo con la bella poesiola di barabba

 

impostaci del calendario dai transistori

 

su giornali e social network

 

così da ritrovarci sotto l’ombrellino antiproiettile

 

in soggiorno in un borghese, caldo e rinfrancante senso di colpa

 

da dividere a merenda come un biscottino…

 

Eccoci qui nuovamente pronti, meschini, bugiardi,

 

schifosi, come lo sono i nostri sorrisi

 

sul mondo che brucia. Che centriamo noi?

 

 

Bisogna dire e fare solamente basta.

 

Non occorre un seminario, nessun dibattito.

 

Io ho sopportato, noi abbiamo sopportato

 

con pazienza di genitore

 

vedendo i nostri figli crescere

 

una strisciante progressiva malvagità

 

presa a prestito nei luoghi di fatica

 

distribuita nei centri commerciali

 

emulata dalle televisioni urlate

 

insuflata nei giocattoli

 

giustificata dalle istituzioni…

 

mentre giocavamo

 

ai sottintesi ideologici col diavolo

 

quello ci ha scippato il criterio dell’anima

 

Fermate i soccorsi! Bloccate la ambulanze!

 

basta con tutta questa ipocrisia!

 

Non se ne può più

 

venite uno ad uno

 

cronisti

 

testimonial

 

marescialli eroi di guerra

 

parlamentari e consiglieri

 

insegnanti

 

impiegati

 

studenti

 

operai

 

artigiani

 

uomini di fatica

 

caporali

 

autisti di linea

 

questurini e vigili urbani

 

giornalai baristi barbieri

 

osti e fruttivendoli

 

quelli che so io come si fa

 

quelli che la buttano in politica

 

e quelli che la buttano nell’indifferenza

 

giovanotti rozzi e ignoranti

 

che non avete mai ricevuto

 

il brivido di una severa sculacciata

 

o una verità profonda di vita mai condivisa

 

come invece la complicità in meschinità comuni coi gradi

 

che vi hanno battezzato alla corruzione

 

o le lacrime di un genitore

 

che torna a casa senza il lavoro

 

venite, lasciate le vostre impronte

 

fatevi riprendere dalla telecamera

 

del vostro stolto entusiasmo

 

mentre sputate sul crocifisso

 

firmando contro una moschea

 

pronunciate veramente pubblica abiura del Cristo

 

abbiate il coraggio di crocifiggerlo ancora

 

piantate e ficcate con le vostre mani analfabete e bestiali

 

le ferle tra i polsi e i piedi

 

e per una volta se suonasse il cellulare

 

di qualche altro deficiente come voi

 

non rispondete: avrete finalmente qualcosa da fare

 

rinnegate la vostra professione di fede

 

la vostra vera fede è un telecomando

 

una schedina, i risultati delle partite

 

e un quarto d’ora di sesso sudato

 

in una sudicia stanza. E via!

 

Di nuovo pronti a scannarvi

 

Per un parcheggio o un rigore

 

Fate veramente schifo. Ed ora

 

avete estromesso anche la pietà

 

cristiana, siccome a quella umana

 

non nasceste pronti, né mai usi.

 

Dio abbia pietà di voi miserabili servi,

 

siete voi il pericolo denso, grave e cieco del mondo

 

convinti di essere piccoli padroni

 

per un battesimo espunto a pochi mesi sul ciuffo di latte

 

una comunione in fila come pecorelle

 

un’acidula cresima con schiaffetto del vescovo.

 

E per cosa? Tutti questi sacri segni

 

non sono forse la stessa abominevole idolatria

 

esecrata da Isaia? Non è questa la desolata

 

terra in cui proliferano delitto e solennità?

 

Come devo leggere il sangue che scorre sulle mie strade

 

alla luce delle scritture? Insegnatemelo voi

 

sempre così pronti a voltar pagina a comando!

 

Prima di prodigarvi verso qualsiasi missione

 

agite per ciò che siete veramente

 

chi popola le chiese sia chiesa

 

ma chi arma il pugno

 

pensando di essere nel giusto e con Dio

 

preghi che Dio sia distratto

 

perché l’appello è suonato da un pezzo.

 

Nel nome di Dio Padre e di Gesù Cristo

 

Nel nome di Francesco di Paola

 

Quanti battezzati ci sono a Rosarno?

 

Quanti in Calabria?

 

Quanti battezzati ci sono in Italia?

 

In nome di Dio rispondete!

 

Venite fuori, testimoniate!

 

Cosa siete nati a fare?!

 

Che ridicola tragedia…

 

Dov’è ora la telecamera del sabato sera

 

pronta a fare la pace per le strade

 

cantando canzonette di giustizia nel Vietnam!

 

La voglio vedere!

 

e il Dio dei Tarallucci & Vino

 

e le Vallette di Stato dov’è finito il mondo

 

davanti a quest’altro mondo!?

 

Qui vengono allontanati dalla chiesa teologi pericolosi

 

ma non si scomunica un solo mafioso!

 

Che Dio vi perdoni tutti!

 

arrivano giorni terribili fabbricando queste nubi

 

e oggi anche io mi ritrovo in questo male

 

E come potremo noi cantare?

 

 

 

 

 

©Gabriele Via             Bologna, mercoledì 13 gennaio 2010

 

ilparerediadamo.blogspot.com/

gabon68@gmail.com

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