mercoledì 21 aprile 2010

so e non so

So e non so


una volta sono entrato nella doccia

ma non ancora proprio dentro

mi sono subito portato le mani

agli occhi con le dita pronte

a incontrare gli occhiali

come al solito da posare prima

dimenticati


e mi sono così incontrato ancora

col mio volto soltanto

ed ho capito

che era il mondo


ma presto me ne dimentico

mi lavo e mi levo di mezzo

dalla questione

ma c'è sempre qualcosa

che non c'entra

che si avventura nel senso...


sorprendendolo


la minoranza vincente

eletta a verità dalla paura

è chiusa dentro il pensiero


oh…per le cose che abbiamo detto

mordersi di baci a quest'ora

acerba rugiada che brucia

fresco desiderio...


sì, e poi c'è dell'altro che ora non ricordo


forse è proprio Freud


Io so che tu sai che io so che tu sai…

Ma dai!


Dare senso all'attesa

forse

con la scoperta della memoria


un giochetto che cambia tutto


forse nel paradosso di Zenone

lo scalpore non è del polso

ma sta nel cuore

(posto che l'evidente notizia in me

procurò solo gioia e agio immediati

- ma ora non voglio trattare di questo)

potremmo invece proporre

di rivedere la cosa

sotto, dietro l'ottica dell'attesa


Si tratta del tempo: l'attesa

dare senso all'attesa

con la scoperta della memoria


Una attesa non trascendente

verso un dove futuro in cui

essa da un oggetto verrà placata

(il greco divenire del mondo) no


Ma un'attesa immanente

diversa dalla aspettativa

e che imploderà nella luce debole

un albeggiar che ombre non possiede


ora sarei tentato di chiudere

e infiocchettare la cosa dicendo

con licenza poetica

che questa attesa è già amore

il primo amore


ama il signore Dio tuo


sì, e poi c'è dell'altro che ora non ricordo

coi martelli di vulcano


Non basta il mio pensiero

e c'è sempre qualcosa

che non c'entra

che si avventura nel senso...

sorprendendolo


così devo andare in giro


annusare l'anima del mondo

che sprigiona dai cuori

come i fumi della metropolitana

di New York, andare


E anche se non ti fermi

la parola che non ti viene in mente

mentre assapori l'aria umida e fresca

nella luce del primo scintillar del sole

verso un precoce mese di maggio


anche se ancora non sai dire

fuori del presagio di meraviglia

tutto questo

che coi tuoi occhi visiti

come per la prima volta

da sempre


è bello


questa è la prima esperienza

che ti sbalordisce dalla vita nella vita

la respirazione dello spirito

lo sfondo carnoso della consistenza

e questa materia celeste in moto

che illumina ogni cosa


quindi

fermarsi un istante

ascoltare questa luce


sì, e poi c'è dell'altro che ora non ricordo

coi martelli di vulcano


dimenticavo… C'è sempre

qualcosa che non c'entra

che si avventura nel senso...


Sbalordita passione d’essere in vita



©Gabriele Via

mercoledì 14 aprile 2010

la cosa strana

La luna tramonta

a debito della vita


a un minimo segnale

lo scoiattolo molla la presa e

corre: sa lui dove andare


ad altro segno invece

si accuccia in una buca

e lascia fare al sole


o dei moti rivoluzionari terrestri


ma la cosa strana

è che ci arrivi tu


meglio sarebbe col guizzo improvviso

al centro di una capriola di fumo


o con lo sguardo autunnale del cuore


ma ci arrivi, in ogni caso


e se così comprendi

che non potevi che arrivare lì

veramente


allora (dimmi)

che sapore avrà il ciclo della brezza

questa luce nuova nel sole

e l’aria leggera

che riconosce ancora la tua faccia

in uno squaderno di fatti che fattano


la cosa strana

è proprio questa


e forse per questo

meglio il cuore tenace o la luce

di una visione assurda che soqquadri


che il dolore puntuale degli organi

il pungolo, il giogo, o la frusta

le porte chiuse dei sogni rotti

il corteo di macerie

che indietreggia verso il progresso

la sua promessa vecchia


ma c’è dell’altro per questa dignità

e c’è di più, se solo la pianti per un po’…


lo dice ad ogni primavera

la nuova foglia che fulmina il cielo

lo scoiattolo che arriva

quello che corre

forse anche un poeta o una canzone

intrappolando il senso

in un arcano maggiore


ora però

questo, tutto questo,

potrebbe anche bastare

solamente


ma ricordiamoci

uscendo

di andare con un sorriso

ai migliori ricordi

ai giorni increduli

e i doni ricevuti

senza lo sapere

che è sempre il sole

o dei moti rivoluzionari terrestri

e tutto quel che capiamo

tacendo o nel dire


e questa cosa strana ancora

nonostante tutto


che ci puoi arrivare

semplicemente

perché sei quel che sei


il debito pagato sei tu



©Gabriele Via mercoledì 14 aprile 2010

mercoledì 7 aprile 2010

κανείς (NESSUNO)

Κάποτε έδινα ένα όνομα

στο καθετί που συνέβαινε

μέσα μου κι έξω μου

αν κοιτάξεις στο συρτάρι

υπάρχουν ένα σωρό πράγματα

που δεν έχουν όνομα

κι ούτε μπορούν να έχουν

από παιδί έδινα όνομα

στο καθετί

διαρκούσε το λεπτό του παιχνιδιού

έπειτα επέστρεφε στο σωρό

ένας σωρός από παιχνίδια

εντάξει κι έτσι

υπάρχουν πράγματα

που κινούν τα πιόνια τους

ακόμη και χωρίς να έχουν όνομα

εκεί, μεταξύ λογικής και ταυτότητας

κινείται

με απερίγραπτο μεγαλείο

το άγριο ζώο

που όνομα δεν έχει

αλήθεια υπάρχει

και είναι πανέμορφο



©Gabriele Via Bologna Τετάρτη, 7 Απριλίου 2010

traduzione dall’italiano al greco di Zoi Sarafeidou

eccomi

Eccomi
meno male
sono alle prime armi
soltanto

in tutta una meraviglia di maggio
versata con generosità di cascata
in questi giorni piccoli di aprile

ora che l'angelo
carezza il suo corpo sui miei occhi
cucendo la mia bocca di sale
per rivelarmi
tutta la luce del mondo
e si tace ogni altro capriccio
nel maggior capriccio del sole

e non è neppure un ragionare

la ragione
ha avuto ragione di me
nulla di più
io non ho ragione
non posso avere ragione

il nemico comune non esiste

viola è una molecola
e un chicco d'uva
inasprito e dolce
come un amico che scrive poesia
coi versi trovati dallo scalpore altrui
e che appare quand'ecco primavera

cosa vuoi dire
cosa vuoi fare
la volontà
non vuole nulla
trova
bussa
ascolta
qualcosa si apre
nella turba
e la chiami porta

ma forse
neanche questo importa

quando in vagoni brevi di versi

mi porti il manifesto della tua
tiepidissima tristezza

ora che una cieca ragione
ha avuto la meglio
anche su di te

c'è un'età
anche per planare da uno scivolo

crisantemi anemoni rose e narcisi
allungano la lingua
sull'uguale clorofilla
delle loro speranze celesti

io se proprio devo dire la mia
sono seduto su una panchina
nell'ora che l'ombra
resta appiccicata alle cose
e sono alle prime armi

la ragione che ha avuto la meglio
oggi ha dimenticato
di spargere
il suo temuto sale

oggi
meno male

©Gabriele Via, mercoledì 7 aprile 2010

martedì 6 aprile 2010

nessuno

Una volta davo un nome

a tutto quel che succedeva

fuori e dentro di me


se guardi nel cassetto

c’è un sacco di roba

che non ha nome

neppure può averlo


da bambino davo nomi

a ogni cosa


duravano l’istante del mio gioco


poi tornavano nel mucchio

un mucchio di giochi


va bene così

ci sono cose

che muovono le loro pedine

anche senza avere un nome


lì, fra logica e identità

si muove

con indicibile maestà

l’animale selvaggio

che nome non ha


esiste davvero

ed è bellissimo



©Gabriele Via

sabato 3 aprile 2010

il marmo tolto

il marmo tolto

non vedi


la farina per terra


il poco morso pane

che masticando

imbastiva racconti

dei mondi prima e durante

e oltre ancora


poi


nel silenzio


il lungo viaggio

e un torcicollo di spighe


nel mare buono dei girasoli




©Gabriele Via

venerdì 2 aprile 2010

Trilogia di aprile


1

guardatemi sono il pavone

sto per morire

perderò queste piume

colore di ogni stupito dire


calato dentro il rumore

sarò corpo di silenzio


salvato dalla tua buona luce


ora guardate

vi prego

altrove


sto già volando

sono la mia voce


nessuna altra cosa


2


la luce del vento


verrà il sole per poco o per niente

e bucherà del cielo ogni vapore

e le mie risorte paure

il sole verrà in un capogiro

di coraggio e di foglie

smattate dal vento


il mio criterio è il vuoto

toccare la polpa

e andare a fare un giro


siccome è la scrittura la storia

non la storia, la storia

per raccontare soprattutto

quel che sfugge e sospinge

l'eterna danza dello stupore

che sposta l'ago del cuore


come un pezzo di frutta

dolcemente strappato

dal mio labbro, mi dirai tutto

di ogni altra magia che conosci...

e l'acqua scorrerà sulla pelle...

gli occhi la vedranno

nel sapore che alla lingua basterà...

senza parole il sole

nel vento calibro verrà


ma poi come anche il gallo canta

una filomena di cose tra le case

perché non dovrei io iniziare

io pure a blaterare il mio

antico e vergine stupore

di rusticano


ora che non voglio più riempire il vuoto

trapasso in un altro gruppo di creature

so che siamo pochi


vogliamo stare con tutti

camminiamo

soli

cantando

smattate foglie

il vento


3


tutto non è tutto


non lo è mai stato


né credo che il tutto remoto

trattasse meno entità dell'attuale

o il futuro divenisse poi maggiore

per quella pigrizia del pensiero

che mette poco nello ieri

e tanto nel domani


ma la triangolazione

sintetica del mondo


l'arco dello zodiaco


il sistema deliberato delle parole

che tendono la rete acchiappa sogni


la mistica organica della volontà

dove più e meno stanno davvero insieme


un attimo prima che dalle labbra

si ribalti in cielo un modo di dire:


ecco: tutto questo

capire, anche solo


tutto questo

che non si può dire



©Gabriele Via