Allora dovrai farti molto accorto
il sopravvenire di quanto avverrà
come un intero treno spinge
tutto un vento davanti a sé
sarà il silenzio che avvertirai alla fine
prima durante e dopo l'avvenire
il tempo di dire, ricostruire
parvenze e immagini di senso
né pure ci sarà più
ciascuna cosa apparendo sarà
in tutto e per tutto
nella luminosa gloria del silenzio
dove la parola è puro atto
di bellezza che non vacilla
nulla promettendo all'ansia
che di realizzar cose ancor ti assilla
È così doloroso parlare delle cose
mentre che stiamo ancora respirando
pur non di ciò intesi e dolcemente
ben rapiti e nutriti
Noi capitati qui angeli spettinati
prigionieri della tiepida luce
del ciclo di Krebs
senza forbicine per le unghie
E siccome sei molto bravo
uomo contemporaneo di te stesso
nello squallido ottuso pervicace
monolocale di questo solo tempo
sai anche sbagliare strada
come si deve
Qualcuno ti disse che ci fu una guerra
e che la vincesti tu (o persona delegata)
vivi da allora per sentito dire,
masticando catene zuccherate,
ma sei sordo. Credi di aver studiato
Omero, e non riconosci l'elmo d'Ettore
in cui ti ho scodellato la minestra
or ora, in questa sera...
Dal Caucaso a Bombay tu credi che oggi
non abbia un solo spicciolo di debito
verso i perduti lumi di ieri…
Sapessi dirti quel che vedo invece
quale intensità di sentimento
Siamo nati per conoscere
il sapore dell'uva
e avere il coraggio in faccia
di essere un'espressione abitata
di questa semplice e buona felicità…
E rispondere, sia finalmente detto
coi piedi per terra a tutte le schiere,
rispondere... Nulla osta in vero
al primario compito di cantare
©Gabriele Via