Basta a questa vita
un piccolo inciampo di luce
che se ne scappa
col diversivo del piovere
e il naturale dolore
Lo spazio di nessuno
capriccio del tuo nome
nella fatica
tanto consumato
e del pane che si rinnova
il liquido languore
che la fame cuce al suo male
e non diventa cibo
e non si piega neppure in cose lise
e magari spinge invece
nel procedere qualunque
qualunque
come si deve
E cos'altro ci rimane?
quando picchiati dai chicchi di pioggia
per cieli rotti nei mattini stracci
uno speciale sapore di gioia
stralunata
ci incontra come un lutto
addosso
nel campo muto del fulmine
prima del prossimo sconquasso
qualcosa
più della scuola e più della vita
messe assieme
profondo e lieve
qualcosa
come il tocco dell'angelo
è di così sottile…
che ci importa
e per ogni nostra cellula
autorevole segno e misura
qualcosa per il quale ancora
le parole però io non ho
qualcosa che
occorre per conoscere e capire
a fondo
il mistero qualunque della pioggia
sì
la pioggia è molto di più
tra semine, paludi e sepolture
molto di più
dietro le nostre paure
qualcosa
che la pioggia
tutto interessando
ancora
dopo tutto non bagna
ed ogni volta
che è terribile dirlo
così toccati
dietro questo schermo di scherno
inutilmente consumato
qualcosa qualunque io
sappiamo ancora piangere
al solenne schiaffo di questa vita
che neppure rivolto a noi
costruisce un altro treno
per andarsene soltanto
con la sua piccola luce
che non fa il biglietto mai
e non possiamo neppure multare
reclamare protestare
ragionare
rimaniamo asciutti anche di lacrimare
per questa feroce pioggia che arriva
e che ancora schifa di noi
l’ipotesi soltanto
di poterci accompagnare
e ci lascia qui
©Gabriele Via