venerdì 15 ottobre 2010

L'amore è cieco



C'è un capire a fondo che non si dice:

mi piacciono i tuoi occhi,
affacciati e muti
sul baratro del mondo;
perché sono due
e paiono identici,
ed io posso guardarli:
stanno lì, nel punto cieco
del tuo volto
e s'agitano alla cieca per la luce.

Pensa se ci vedessero...
-alle volte mi dico
meravigliato.

…Ma noi siamo così convinti
di quel che diciamo vedere
che non vediamo
la luminosa cecità degli occhi.

È lì, come il sacramento esposta,
la nostra vulnerabilità
la nostra tenerezza
la nostra bellezza

e si offre al mondo
come petali e rugiada
agli albori del giorno.

Siamo fatti per esser còlti
nel respiro dell'angelo
o impazzire come farfalle nella rete:
quando due cecità divengono
una storia comune
e ogni filo risuona di storie

chi può dire se ci vedi?

E questa irrimediabile ventura
come l'ostrica geme una perla
produce un suo proprio racconto
genera altri nuovi occhi
che ci chiameranno a stupire
destinati a stampare altre tracce
sul muro eterno della luce.

E come il cervello non sa nulla

del pensiero gli occhi non hanno visto mai
il crepitaculo formidabile del mondo.

Ed ecco un sapere

che non ha il bisogno di vedere.


Ancora, non lo sappiamo
ma è proprio per questo
che ci prendiamo di nuovo per mano;
è per questo che ogni giorno
ci abbracciamo…


È per questo che amiamo




©Gabriele Via Bologna 16 ottobre 2010