Apocalisse di giorni non solenni
digiuni silenziosi che sfociano
dapprima ognuno è proprio convinto
d'essere giunto per una ragione
so cos'è stata la mia vita fin qua
e una parte del dolore rimane
un catarro acre che non si scioglie
non riceverà nome, non avrà luce
non mi consola pensarla come alcuni
nel vento urla un mistero: acciuffalo.
perché la società non è un'arca
ma il rimorchiatore dal porto al mare
e vedere e sentire insieme
essere l'utilizzo di una materia
sottile pulviscolo che anima
abitando il sogno, la memoria e
ogni narrazione liquida e viva
la notte da percorrere che crea
il parto finale della tua luce
scoprire nella pioggia che l'arca sei tu
il giorno che costruisci la porta
devi non sapere chi un giorno busserà
molti scoprono tardi che la fede
è proprio questa roba qua
©Gabriele Via