Orgoglio e vergogna fanno questo vino amaro
e giusto a sgretolati calici.
Beviamone, quindi. Amarmente
per san Michele, vanto dei sordi.
Non questa chiesa
ma le altre sette,
settanta volte sette, chiese…
…Non questa paginetta
rispose
non queste parole
ma le altre settanta,
nubili tutte, e sempre altrove.
Non questa lettura, di ora
Ma le altre tutte ancora
Non questo intendere
in sortilegi di lingua fine:
l'audace o il lento capir capito…
Né l'alludere complice o infido
Ma oltre: fino alla primavera di tutto.
(Quando l'incrollabile era: il suo regno)
Non tu.
Ma l'altro tu, nato per un sì.
E in questo tenero e terribile
Acconsentire
Tutto il bene che sai intendere
E vuoi poter sentire
Ora, qui.
Qual'è dunque il tuo contributo?
Cosa cerchi oggi
leggendo?
spirto turista di parole e sguardi
Ora,
devi fare la tua giusta fatica.
Tra i brevi nati
Umana, civile, secondo spirito e verità
Porta la tua meschina croce
dell'anima al monte dei pietosi ulivi.
Impegnala con gli spiccioli bucati
Di un'altrettanta menzognera indulgenza...
-pentiti
delle forme ipocrite di pentimento!-
…ché l'hai già richiesta.
Domani ci troveremo
leggeremo inni, canti
scriveremo di amori
o di sentite preghiere
E nuove poesie
allora, libere e necessarie
come fiori di vita verranno.
Come se tutto dipendesse da te,
sapendo che nulla dipende da te:
sii grazioso, solamente.
Né poco, né troppo:
la tua vera parte
per chi veramente sei
immagine di lui
osa la somiglianza di un gesto
e sarai popolo nel cuore di Dio.
E sia cuore di tuo pugno
altrimenti non c'è poesia
ma delitto, ancora, solennità
e la consueta, bolsa, idolatria.
Finché ragioni,
comodamente garantito,
sei morto.
Mentre che il tarlo sgretola
nei tuoi sordi dubbi
mattoni e granito.