venerdì 20 novembre 2009

MI AIUTA UN CANE

Scrivo poesie, perciò non so mai nulla.


Mi aiuta un cane che a memoria

conosce Omero.

 

E a memoria un giorno io vorrei

che venissi da me a perdere un po’

di quel tempo noto se cercherò di

mostrarti il mio rovo che ha sapore

pur senza avere un solo scopo.

 

Tutto il mio giardino è di questa fatta

e prima credevo che un altro mondo

vi fosse, veramente (spaesato altrove

immaginato dallo stupore dei bimbi)

 

col suo faceto corpo di romanzo

di avventura un po’ vigoroso

di severo sergente un po’ luminoso

di quell’azzurro fiore…

 

Né capivo la curiosa trasferta

di quanti da quel loco il dì di festa

accorrevano a lodare soltanto

non cogliendo un solo fiore

non cercando un frutto di addentare

come se dovessimo la vita

più che a Dio all’istituto dei musei…

 

Poi, mi resi conto: in un baleno

e lo volle certo solo Dio,

ché non avevo fatto un cammino,

pregato demoni o bevuto un veleno.

Mi si rivelò micidiale, ultimo, il vero.

 

Oltre questo giardino non c’è niente

e la poesia che in tutto ho coltivato

sola nutre quella ripida fine

che attraversando gli occhi e il cuore

tutte le cose fanno

senz’altro progetto che andarsene

dileguare, inconsapevoli, sparire…

 

Io sono nell’eterno da un pezzo:

da bambino Dio mi scelse poeta.

 

 

 

 

 

©Gabriele Via