Che mi rapisse l'erba dopo la pioggia
e il suo abbraccio ricco
di dimenticare l'arida vena del mondo.
Accanto al mio risveglio però s'erge
il letto del fiume delle cose
e mi offre al primo cieco gesto
gli occhiali di tutta questa meraviglia.
E se anche all'amaro calice
mi prepararono gli anni a dir di sì
come faccio a rifiutare ogni giorno
questo risorgere nucleare e cosmico
arricchito di nuovo sole
e del tuo sorriso che io distinguo
e il cieco scodinzolare del cane?
Non si rapisce due volte un'anima
©Gabriele Via