venerdì 18 giugno 2010

Che mi rapisse l'erba



Che mi rapisse l'erba dopo la pioggia

e il suo abbraccio ricco

di dimenticare l'arida vena del mondo.


Accanto al mio risveglio però s'erge

il letto del fiume delle cose

e mi offre al primo cieco gesto

gli occhiali di tutta questa meraviglia.


E se anche all'amaro calice

mi prepararono gli anni a dir di sì


come faccio a rifiutare ogni giorno

questo risorgere nucleare e cosmico

arricchito di nuovo sole

e del tuo sorriso che io distinguo

e il cieco scodinzolare del cane?


Non si rapisce due volte un'anima



©Gabriele Via