mercoledì 31 marzo 2010

Santo Stefano a Bologna

pubblico per intero la poesia da cui sono tratte

le sei terzine pubblicate nel volume

LA VOCE DELLA CAMPANA

a cura di NICOLA MUSCHITIELLO e FABIO RAFFAELLI

edito da L'ARTIERE edizionitalia

il libro è in vendita a 15 €

il ricavato verrà devoluto ai restauri

della Basilica di Santo Stefano in Bologna




Fa strano in cielo

il riflesso terrestre

di questo sguardo che cerca la via


e più strano ancora in terra

la feconda luce che viene

dai misteri celesti


fino dentro al cuore


C'è tempo e tempo

anche quando non ci sarà più tempo

-e forse tempo già ora più non ce n'è-

rimarrà ugualmente un po' di tempo


il tempo per scambiare due parole sul tempo

come il boia, che letta la condanna

e disposta l'ultima pena

conversa sulla vita assieme al condannato

mettendo in scena altro tempo ancora

oltre il decreto della fine del tempo

un altro tempo


Perché una soglia

in una casa di mille anni

ne ha duemila già da sola


E se lo vogliamo, girandoci sul fianco

come un pigro risveglio ricacciato

avremo anche il tempo

di vedere le macerie


liberi fino a tanto


Strano destino di intrecci la chiesa

pellegrina di carne sulle pietre

nuda clemente voce che ripiega


promessa di salvezza più estesa

al deciso procedere di spiga

nel cielo che respira e buca


fin qui, a noi riuniti ancora in fuga

da piogge di sogni che non bagnano

tra cerimonie sorde di eventi


ma strano ancor più è dimenticare

e con articoli di miniera poi

rabberciare i disastri coi proclami


stabilire leggi nuove misure

mentre si cacciano nel più profondo

gli argomenti figliati da paure


è così strano dimenticare Dio

la chiesa che salva e che ha salvato

ora chiede una salvezza di architetti


smettere di pregare per i motivi per cui inizi a pregare

e continuare a pregare per pregare

e smettere di pregare per pregare

e pregare per i motivi per cui smetti di pregare

e smettere di pregare per i motivi

per cui smetti di pregare

e pregare ancora per ogni cosa

e smettere di pregare per ogni cosa

per essere liberi di pregare

preghiera essendo nel più intimo del cuore

il nostro primo e vero più autentico motore.


Strano davvero questo ministero

tutto umano che richiede voce

e silenzio rinnovato e pace


ed è così bello far queste cose

nell’antichità di tutte le chiese

ogni preghiera è molto più antica


ed io spero ancora: oh si staccasse

un brandello di travertino per i sordi


e per i ciechi un’icona demolisse

nel cuore di una omelia

e che nessuno si faccia la bua, ma


tanto scotimento percorresse i visi

con gli stessi timori dell’anno mille


Non per i turisti, non per noi

non per Dio né per i concerti

suonati le notti acerbe d'estate

e neppure per l’evangelo

Ma per gli occhi di Adamo ancora non nati

e per gli stupori di cui mai sapremo...


Trampolino di pietra molle

fabbricato di terra cotta

da rimettere in sesto sotto il cielo

su questa piazza che ancora scotta


sull'ideale grande e bislacco delle onde

di una qualche Santa terra da liberare

o crocifiggere di nuovo irresoluto amore


ora basilica di troppo maturi grappoli

a un silenzio speciale sopravvissuti

nella stranezza striata dei tempi

mutanti...

Eppure scricchiola l'ora

del canto di messi lontane

e vanno colti ora e bene rinnovati

gli acini diversi in questa vite straniati


assumeremo ciascuno

la responsabilità cruciale e laboriosa del tempo:

questo vuol dire essere comunità.


Promettere al futuro dei giorni che verranno

questo nostro degno rispondere

che comprende i denti del bruco,

la coltre buia della crisalide

e il volo d'arcobaleno

della momentanea farfalla...

Tutte insieme le creature

in questa luce uguale di sepolcro

e battistero dove la vita nostra

ribalta e si traballa.


Ed anche che il poeta si mettesse

giorno e notte a scrivere odi, elegie

burlette o sonetti... Questa è l'ora

del richiamo che squilla! Bisogna alzarsi

e prestare cura... Anzi donarla,

offrirla, staccarla da sé per questo

avvicinare il labbro del nostro bacio

farne respiro di una voce

darsi con amore d’anima

al corpo del genius loci... Da salvare!


Anche Dio questo lo sa apprezzare

resuscitando in noi la vera passione


Per ogni porta una croce

ogni croce una porta

ma ora di legno sono le porte

e di pietra le più antiche croci


Eppure tutta la novella della novella

vedeva una croce di legno spoglia

e una porta di pietra sconnessa

e un lenzuolo con cura di donna ripiegato

e con voce di tuono per tutti

la rinnovata promessa di vita

che sulle bocche meravigliate corre

e dalle operose mani sfugge

e per pani che spezzati moltiplica

la sua potenza che oggi libera

e ci traghetta


al Vangelo non serve nessuna casa di pietra

meglio saperlo per conoscere la nostra libertà


Il tempio non c'è più: ora c'è la casa.

la casa siamo noi…


ma quest'opera del nostro cammino Europeo

serve a noi, oggi più che mai

alla nostra memoria

al nostro domani...


la nostra grandezza è la nostra piccolezza


Il mare non ha bisogno di nuove barche

ma noi siamo costruttori di porti

abbiamo inventato la navigazione

perché dobbiamo toccare il punto

dove il cielo tocca il mare


ed è così bello far queste cose

nell’antichità di tutte le chiese

ogni preghiera è molto più antica


ché ogni pena qui riposa

la sua più autentica fatica


©Gabriele Via Bologna 27 gennaio 2010