pubblico per intero la poesia da cui sono tratte
le sei terzine pubblicate nel volume
LA VOCE DELLA CAMPANA
a cura di NICOLA MUSCHITIELLO e FABIO RAFFAELLI
edito da L'ARTIERE edizionitalia
il libro è in vendita a 15 €
il ricavato verrà devoluto ai restauri
della Basilica di Santo Stefano in Bologna
Fa strano in cielo
il riflesso terrestre
di questo sguardo che cerca la via
e più strano ancora in terra
la feconda luce che viene
dai misteri celesti
fino dentro al cuore
C'è tempo e tempo
anche quando non ci sarà più tempo
-e forse tempo già ora più non ce n'è-
rimarrà ugualmente un po' di tempo
il tempo per scambiare due parole sul tempo
come il boia, che letta la condanna
e disposta l'ultima pena
conversa sulla vita assieme al condannato
mettendo in scena altro tempo ancora
oltre il decreto della fine del tempo
un altro tempo
Perché una soglia
in una casa di mille anni
ne ha duemila già da sola
E se lo vogliamo, girandoci sul fianco
come un pigro risveglio ricacciato
avremo anche il tempo
di vedere le macerie
liberi fino a tanto
Strano destino di intrecci la chiesa
pellegrina di carne sulle pietre
nuda clemente voce che ripiega
promessa di salvezza più estesa
al deciso procedere di spiga
nel cielo che respira e buca
fin qui, a noi riuniti ancora in fuga
da piogge di sogni che non bagnano
tra cerimonie sorde di eventi
ma strano ancor più è dimenticare
e con articoli di miniera poi
rabberciare i disastri coi proclami
stabilire leggi nuove misure
mentre si cacciano nel più profondo
gli argomenti figliati da paure
è così strano dimenticare Dio
la chiesa che salva e che ha salvato
ora chiede una salvezza di architetti
smettere di pregare per i motivi per cui inizi a pregare
e continuare a pregare per pregare
e smettere di pregare per pregare
e pregare per i motivi per cui smetti di pregare
e smettere di pregare per i motivi
per cui smetti di pregare
e pregare ancora per ogni cosa
e smettere di pregare per ogni cosa
per essere liberi di pregare
preghiera essendo nel più intimo del cuore
il nostro primo e vero più autentico motore.
Strano davvero questo ministero
tutto umano che richiede voce
e silenzio rinnovato e pace
ed è così bello far queste cose
nell’antichità di tutte le chiese
ogni preghiera è molto più antica
ed io spero ancora: oh si staccasse
un brandello di travertino per i sordi
e per i ciechi un’icona demolisse
nel cuore di una omelia
e che nessuno si faccia la bua, ma
tanto scotimento percorresse i visi
con gli stessi timori dell’anno mille
Non per i turisti, non per noi
non per Dio né per i concerti
suonati le notti acerbe d'estate
e neppure per l’evangelo
Ma per gli occhi di Adamo ancora non nati
e per gli stupori di cui mai sapremo...
Trampolino di pietra molle
fabbricato di terra cotta
da rimettere in sesto sotto il cielo
su questa piazza che ancora scotta
sull'ideale grande e bislacco delle onde
di una qualche Santa terra da liberare
o crocifiggere di nuovo irresoluto amore
ora basilica di troppo maturi grappoli
a un silenzio speciale sopravvissuti
nella stranezza striata dei tempi
mutanti...
Eppure scricchiola l'ora
del canto di messi lontane
e vanno colti ora e bene rinnovati
gli acini diversi in questa vite straniati
assumeremo ciascuno
la responsabilità cruciale e laboriosa del tempo:
questo vuol dire essere comunità.
Promettere al futuro dei giorni che verranno
questo nostro degno rispondere
che comprende i denti del bruco,
la coltre buia della crisalide
e il volo d'arcobaleno
della momentanea farfalla...
Tutte insieme le creature
in questa luce uguale di sepolcro
e battistero dove la vita nostra
ribalta e si traballa.
Ed anche che il poeta si mettesse
giorno e notte a scrivere odi, elegie
burlette o sonetti... Questa è l'ora
del richiamo che squilla! Bisogna alzarsi
e prestare cura... Anzi donarla,
offrirla, staccarla da sé per questo
avvicinare il labbro del nostro bacio
farne respiro di una voce
darsi con amore d’anima
al corpo del genius loci... Da salvare!
Anche Dio questo lo sa apprezzare
resuscitando in noi la vera passione
Per ogni porta una croce
ogni croce una porta
ma ora di legno sono le porte
e di pietra le più antiche croci
Eppure tutta la novella della novella
vedeva una croce di legno spoglia
e una porta di pietra sconnessa
e un lenzuolo con cura di donna ripiegato
e con voce di tuono per tutti
la rinnovata promessa di vita
che sulle bocche meravigliate corre
e dalle operose mani sfugge
e per pani che spezzati moltiplica
la sua potenza che oggi libera
e ci traghetta
al Vangelo non serve nessuna casa di pietra
meglio saperlo per conoscere la nostra libertà
Il tempio non c'è più: ora c'è la casa.
la casa siamo noi…
ma quest'opera del nostro cammino Europeo
serve a noi, oggi più che mai
alla nostra memoria
al nostro domani...
la nostra grandezza è la nostra piccolezza
Il mare non ha bisogno di nuove barche
ma noi siamo costruttori di porti
abbiamo inventato la navigazione
perché dobbiamo toccare il punto
dove il cielo tocca il mare
ed è così bello far queste cose
nell’antichità di tutte le chiese
ogni preghiera è molto più antica
ché ogni pena qui riposa
la sua più autentica fatica
©Gabriele Via Bologna 27 gennaio 2010