domenica 25 luglio 2010

Kabul, suicida un militare italiano


Da sempre la morte

è il terreno dove

politica e poesia

se la giocano

e nessuna

fino alla fine

si sente certa di vincere la sfida

se e quando da dopo il mito

si presenta ancora questa sfida in campo


La tua morte però è uno scandalo

viene ficcata dopo lo sport

nel telegiornale di mezzanotte

mischiata alla storia di un rapimento

di militari americani

e subito chiusa con un’inchiesta in corso

per chiarirne le cause


Intanto tu non hai nome

e giornali e istituzioni

religiose e laiche

si accorano invece per sviscerare

sui misteri dei fatti locali di cronaca

o sul massacro di massa

alla Love Parade di Duisburg


tutte cose dolorosamente

tristi ma già dal sistema rese trite


e di cui possiamo già anche apprezzare

diversi video con in cima

pochi secondi di piacevole pubblicità

(c’è sempre chi non perde l’attimo

dimenticando i coperchi)

senza capire a volte

cosa sia la fiction

e cosa la realtà


tu, invece continui a non avere nome

sei suicida

(sarà vero?)

un suicida militare

una vergogna

…una potenziale bomba per l’opinione pubblica

se ci fossero giornalisti

veri

liberi

colti

raffinati

e impegnati

si potrebbe iniziare una riflessione


certo, se ti avesse ucciso

uno schifoso talebano

più facile: il copione è già pronto


saresti, morendo,

diventato un “nostro ragazzo”

le metafore sportive si sarebbero

sprecate

subito avresti avuto il nome

che ora si è scelto di censurare

sulle pagine

e sarebbe apparsa la foto

di te sorridente

con la famiglia

con un fratellino più piccolo

con la fidanzata

e aneddoti da libro cuore


e avremmo scoperto che

eri là per pagarti la casa

o aiutavi qualcuno coi

soldi onestamente ricavati dalla guerra


il presidente

io ne sono sicuro

avrebbe subito detto qualcosa

come è nelle sue prerogative


anche il papa forse

che oggi

ha speso parole di circostanza

per i ragazzi morti in Germania

di cui ha appreso

e per cui ci ha detto

di aver pregato


forse anche lui avrebbe

querelato al cielo

qualche segno,

ricordato al mondo

di Dio qualche messianico sogno

come nelle sue prerogative pastorali


ma tu

ragazzo mio

scegliendo di morire

sopra gli schieramenti

con mano tua

saresti una notizia così potente

quasi un assurdo vangelo

che diventi invece scandalo

vedrai che presto diranno che eri malato

che i tuoi nervi hanno ceduto

troveranno in famiglia

il germe, il neo, il precedente

o in una storia della tua infanzia

o dell’adolescenza

o di un amore infranto

forse anche che sei frocio

scusa: che lo eri


ma stai pur certo che nessuno

specie politici e giornalisti

vorrà rivolgere a Dio

al cuore del mondo

ad ogni persona

la domanda

se per caso

non ti abbia ucciso proprio la guerra


e che tu, forse il solo

l’hai vinta

(romantico?)

e che il tuo segnale

è monito

(idealista?)

alla follia

che gioiosamente

perpetriamo tutti

tra quotidiano uso di social network

e mensili scambi monetari

con distanza di videogioco


quella per cui un papa

che io ricordo con amore

definì avventura senza ritorno


e per cui disse

MAI PIU’

vibrando

oltre il corpo stesso di ogni parola


come nessuno

ripeto

nessuno


nessuno dei proci pagliacci

cha amministrano per carenza di personale

oggi saprebbe ridire

rifare


tu sei allora

(se mi permetti la mia

dolorosa immaginazione)

il mio milite ignoto

il combattente

che si è convertito

scandalosamente libero


e il tuo segnale

è un dovere civile che venga raccolto

raccontato reso simbolo e confine

per tutti


(non so i tuoi segreti motivi

amico mio, ma tra tutti

questi scelgo di immaginare)


Morto di guerra

più di ogni altro ferito

più di ogni eroe

che abbia perduto la sua vita

nello scontro a fuoco col nemico


Parola così priva di senso

dopo Brecht e Ungaretti

e dopo la società delle Nazioni

e l’Organizzazione delle Nazioni Unite


o…(basterebbe?) dopo il vangelo di Gesù

che del nemico disse non che non esiste

ma che va amato

se ricordo bene


eppure oggi

nell’era della complessità

è ancora così in voga


“ma non c’è scandalo

laddove c’è amicizia

semplicità e valori umani semplici”


Noi non siamo amici

non siamo semplici

non abbiamo valori umani


La guerra è uccidere

e chi a un certo punto

pagato per farlo

capisce il peccato mortale

e piuttosto uccide sé

ha vinto tutte le guerre

vomitando sulle bandierine dei pazzi generali

la più cruda verità


“L’Italia ripudia la guerra

come strumento di offesa

alla libertà degli altri popoli

e come mezzo di risoluzione

delle controversie internazionali”


Tu l’hai ripudiata

con un improvviso gesto

disperato repentino vivo e onesto

per un imprescindibile motivo di coscienza

hai operato una cieca obiezione radicale

forse non sapremo mai il tuo segreto


forse

non sei stato aiutato

la carcassa della tua divisa

da giorni girava per corridoi

tende centrali mense

ti hanno lasciato solo

col tuo rovello

ti è chiesta obbedienza

nel lungo lavaggio del cervello

al punto che se uno lo ordina

tu devi uccidere

(cioè devi crocifiggere Cristo

ancora e ancora e ancora)

per difendere le radici cristiane

di questa nostra parte del mondo

forse qualcosa si è inceppato

e come macchina

funzionavi maluccio

una valvola è saltata


ed io dovrei ora dirti che Gesù però ti ama


certo ma sottolineo pure che è morto

di omicidio volontario in ogni cuore

che ti ha lasciato solo


ed è finito ancora in croce

quando non hanno detto il tuo nome

quelli del comando

quelli dei giornali

e forse domani

assieme a te e a lui

-che tanto ci è abituato ogni giorno-

crocifiggeranno ancora

verità, giustizia, bene comune…


come sempre adesso

ogni volta che credo di capire

io ho paura di sbagliare


Così dopo avere urlato

al cielo degli uomini

il mio strazio civile


ora che mia figlia

ha l’età di mia mamma

quando sentiva le bombe cadere

ed io sono cresciuto

scrivendo temini contro la guerra

commentando le frasi di Einstein


prego

stanotte

per te


per la tua famiglia vera

per il mio logoro e corrotto paese

che si suicida come hai fatto tu

ma più cieco

perché balla e balla e ride

e si fa le foto

e se le racconta

fino a che anche il sangue

non ci convinciamo

che possa diventare

ottima marmellata

e intanto la nave

sarà del tutto

sprofondata


Ora prego

perché l’anima desideri

una meta migliore

se pure di questa amara festa

molto più lontana


arrivederci

io ti rispetto col principio

sgomento della capra

e del suo dolore eterno


e non so neppure

se augurarmi

di conoscere il tuo nome


ho paura

che da domani

i cani inizieranno a sputare



©Gabriele Via Bologna 25 luglio 2010