martedì 21 dicembre 2010

La prossimità





Un tempo questa poesia finiva qui.

Poi è risorto l’interlocutore.


Sono successe allora altre cose

meritevoli d’inclinare accenti;


e vi furono aggiunte e smentite,

finché alla fine arrivò l’inizio.




L'inizio della vita
è guardare la neve

come luce silenziosa posata

sul lenzuolo dipinto dell'anima.


E guardando credere e credendo

essere la conseguenza logica

della gioia tanto desiderata.


Ma di qualsiasi cosa

volessimo ad un certo punto parlare

parliamone un minuto soltanto

o forse due

quel che basta


"al chiacchiericcio liquido dei passeri,
entro il dolce rumore della vita"


ma appena che si raggiunge
questo in questo stare

benedetto
e nient'altro per lo meno brigare.




Ma vi fidereste voi di noi?
col dolore che portare

il dolore che portiamo

noi per le scale che non vedete

sapendo poi soltanto

che un tempo tutta la poesia

finiva lassù, prima di tutto:

vi fidereste voi ancora di noi

che la tiriamo così per le lunghe?

E questo che sembra non centrare

cari miei, siamo così vicini,
è il grado cieco del sopravvivere


io non ne sono esperto più di tanto

ed alla cieca qui tramando strofe

di una lingua che non conosco


mi fu detto di creare occasioni

il respiro di turbare in un baleno




eppure talvolta per un solo istante
per un istante solo talvolta eppure


mi par di sapere così bene che
la bellezza non ha argomenti


e potrei diffondermi in improvvise

lezioni su quest’angolo cieco di luce


barattolo di spigoli colorati

ove ciascuno all’insaputa prende


la sola porzione di meraviglia

proseguendo il masticato cammino


potrebbe invece cogliere ogni altro
come la chiamata inattesa di Dio


un gesto di sparviero tremante

la promessa di un mare tra le schiume


un ben maggiore capriccio di cose

che turbando tutto il cuore rinnova




ma questo non può neppure la poesia

ché non aggiunge a tutto il creato


una sola lettera se pure mancante…


Un tempo la poesia finiva così

e nessuno credeva che il cuore

sapesse volare tanto distante


l’incolmabile distanza della prossimità

quella che nessun verso mai colmerà



©Gabriele Via

domenica 28 novembre 2010

È solo il mio cuore


È solo il mio cuore che trema,

quest'ala che scopre il suo segno,

nel soffio del vento

sul pelo dell'acqua…


È solo il mio cuore che trema,

questa vita rivestita

del racconto di un'altra paura…


È solo il mio cuore che trema

non un fuggire

da note a insicure cose…


E una carezza,

il tuo sorriso,

una buona parola,

un boccone caldo


sono una chiara consolazione

in questo cammino.


Non te lo avevo detto mai prima,

amore mio,

ma la vita, questa vita

è un posto dove non ero mai stato


Lo senti?


È solo il mio cuore che trema.





©Gabriele Via Torino, 20 novembre 2010

lunedì 1 novembre 2010

Pietra caramella



molti segreti a sigillo

della sapienza se ne stanno

lì evidenti in preda all’ignoranza


l’erba si nasconde sempre nei prati


pietra caramella asola del mondo
la poesia e un suono che confondo


e ti pare per un'ora d'essere

in cielo è un accento caduto


come cade la bellezza negli occhi

e dici le cose


con immediata verità


si manifesta fulminea

con grappoli di succo pieni

ed è meraviglioso estenuante

restare vigile fermo

nella capacità
come un cacciatore
nella cattura

pulita e diligente
dell'amore che le parole combinano

sanno combinare


ché proprio sì come un cacciatore

il poeta sa delle parole

compito il sovrano intraducibile

di trappole

che legano e liberano

tra bagliori di senso

e un odor vago di utili ombre


preda la poesia

un segreto rivelato dai cari

che furono e sono

e tu sulla pietra caramella

con occhi di domani
per le prossime venute

che vivi in molti mondi rivolti

col cuore tenero al cammino

decretato sossolino

secondo i fiumi messo

da Dio forse dimenticato

con fiducia di promessa

solo

sognato

e tutto questo vorticoso spettacolo

assiduo nel tuo cappotto di vite
guardi e puoi vedere

dove si rompe il vento

per la fatta dignità dei giunchi

piegati ad utensile bisogno

e il pane di brevi finalmente

la sua grazia sbalordita

e salata che ha l'odore della tua faccia

tu

che assisti e non sai

ma che forse certamente

dirigi in nuce le cose

per l'asola del mondo


la vita nottetempo

strappa i petali

e sussurra segreti lapidari

inalberati

così che al mattino i prati

ancora tutti screanzati d'angeli

sono un'ossessione colorata di farfalle


che non sa più niente


la vita resta

le nostre domande

la rugiada del mattino



©Gabriele Via 31 ottobre - 1 novembre 2010



mercoledì 27 ottobre 2010

Epifania di cose non dette



Guarda


come sono nati i pioppi
per distendersi nudi
tra i filari quieti del cielo

che trema

appena
il suo fragile respiro

e ciuffi molti sciolti a macchie
tra spaventi buoni di luci apparse
quasi da un silenzio in seno
che si apre in quest'ora
come salvezza efficace

e un esser io che trabocca
ammutolito d'oggi

sono

i colori felici dell'autunno
la fine cieca delle cose
spogliate al seme
che tutto inizia


virgola germoglio profumo

e quel sentimento ritrovato
che sarebbe finita la pena

e un fuoco acceso nelle case
dopo una piccola fatica
prima che si spenga il sole

per non morire più



©Gabriele Via Bologna, 22-27 ottobre 2010

venerdì 15 ottobre 2010

L'amore è cieco



C'è un capire a fondo che non si dice:

mi piacciono i tuoi occhi,
affacciati e muti
sul baratro del mondo;
perché sono due
e paiono identici,
ed io posso guardarli:
stanno lì, nel punto cieco
del tuo volto
e s'agitano alla cieca per la luce.

Pensa se ci vedessero...
-alle volte mi dico
meravigliato.

…Ma noi siamo così convinti
di quel che diciamo vedere
che non vediamo
la luminosa cecità degli occhi.

È lì, come il sacramento esposta,
la nostra vulnerabilità
la nostra tenerezza
la nostra bellezza

e si offre al mondo
come petali e rugiada
agli albori del giorno.

Siamo fatti per esser còlti
nel respiro dell'angelo
o impazzire come farfalle nella rete:
quando due cecità divengono
una storia comune
e ogni filo risuona di storie

chi può dire se ci vedi?

E questa irrimediabile ventura
come l'ostrica geme una perla
produce un suo proprio racconto
genera altri nuovi occhi
che ci chiameranno a stupire
destinati a stampare altre tracce
sul muro eterno della luce.

E come il cervello non sa nulla

del pensiero gli occhi non hanno visto mai
il crepitaculo formidabile del mondo.

Ed ecco un sapere

che non ha il bisogno di vedere.


Ancora, non lo sappiamo
ma è proprio per questo
che ci prendiamo di nuovo per mano;
è per questo che ogni giorno
ci abbracciamo…


È per questo che amiamo




©Gabriele Via Bologna 16 ottobre 2010

martedì 28 settembre 2010

Di' tre volte che è niente



Chiaramente


La morte è. Vita che si somma


Ma tra cielo e terra,

tra capo e collo,

la vita è. Piena di difetti...


Eppure è sempre lì;

non rimanda. La prima;

si mostra, s'arrischia, s'offre...

dopo mesi di clandestinità

nascosti a tutto e tutti

eccola arrivare:

si apre. Nuovamente.


La morte di mio padre

è la mia morte per mia figlia.


Dobbiamo essere. Aiutàti:

di' tre volte che è niente...


Ma la traslucida consistenza

delle crisalidi ti chiama.

In un complesso sentire

e continua

il suo viscerale incanto

celeste


Nuovamente


molto spesso tutto succede

che non è ancora successo niente


altre volte no

ma la vita forse non è. Come la morte

è un po' più complicata

con tutti i suoi difetti

perfettamente funzionanti


delle volte si rompe

come si rompono i lombrichi


e non smette di muoversi


e quando smette invece

ecco il calore che se ne va

(dove? dove? dove?

di' tre volte che è niente

ed anche il niente un corpo assumerà)


Per questo,

quando solo mi saluti,

vorrei ci abbracciassimo sempre

e per un istante abbracciandoci

chiudere gli occhi

chiudere gli occhi

e abbracciarci ancora un po'


con tutti i nostri bei difetti viventi

i nostri soli abbracci nutrienti


Amore nasce.

Quando dici "ancora un po'"

il prigione non si libera. dalla pietra


a noi basterà un bacio

a riconoscere ogni accento


tutto il resto lo vedi tu

è appoggiato sul vento




©Gabriele Via Milano-Bologna 28 settembre 2010

giovedì 2 settembre 2010

Libere associazioni da Capoliveri

C'è un mistero nell'isola...
Le emozioni da sole dicono tutto...
e non dicono niente


©Gabriele Via - Capoliveri 2010

mercoledì 28 luglio 2010

C'è un ricordo

C'è un ricordo di uno che ti ignora

senza intenzione, cui invece ti avvinghi

per entrare nella sua considerazione;


pretendendo inutilmente il suo accesso

per cieca forza alla clausola della tua

piccola confusione


nascono così perdite di tempo

amicizie rare e risse

fino al giorno in cui



ogni colore torna solo vedere

e tu sei proprio come ogni altro

ignorante e sublime ad ogni apparire



ma non ha nemmeno nome quest'ora

quando una pace possibile da dentro

trema nei propositi del cuore


a me è sembrato d'esser felice

tante di quelle volte

anche se tutte insieme ancora

non fanno la felicità


ché lei non vuol stare sul comodino

figura certa in una cornice

o appesa tra polvere e tarme

come un trofeo



preferisce passare un bel giorno

ignorarti e aspettare l'impulso

della tua zuffa


poi squarcia il velo del mondo

e ci si tuffa.


Ora tu però non la seguirai:

lei non può fare altro

che il giro dell'orto e lo sai


lo sai tanto bene come fossi un po'

anche tu già un poco morto.

Ma il sapore di questa pace

con la tua gioventù

sono le vere ali

che nessuno vedrà più

©Gabriele Via

lunedì 26 luglio 2010

Il giorno dopo (segue Kabul, suicida un militare italiano)


C’è poco da fare poesia


per sputare bene bisogna fare spazio

scostare un po’ il gruppo e fare il vuoto

il cerchio per lo spazio del piccolo circo


poi gli sputi verranno


oggi abbiamo visto molte notizie

date ieri riprese e approfondite

e poi tutto lo sport

alle volte lo stesso servizio già dato altre due volte

tutti devono sapere della multa elevata contro la Ferrari


quindi un eccezionale documento

che svelerebbe che la guerra in Afghanistan

è un fallimento… lasciato galleggiare sul nulla


poi abbiamo appreso di una rissa in Giappone

per un certo spiedino di anguille


e di un tale esasperato che con l’auto

ha sfondato un bar per eccesso di schiamazzi


il nostro ministro degli esteri parla in inglese

da Bruxelles a proposito delle sanzioni contro l’Iran


il suo staff appare più ridotto


il presidente emerito della repubblica compie gli anni


Valentino Rossi e Lorenzo vestito d’astronuata

ci rivelano i segreti del loro gran premio


e il Fiuggi Family Festival


ma di te ancora, amico mio, nessuna traccia

solo il rumore assordante

dei chiodi ficcati (si diceva ieri)

sulla tua/nostra croce


dopo di ché la pubblicità

torna sul suo trono televisivo

con le sue storielle di pochi secondi

tra un genocidio, una truffa, una bustarella

…e il giorno dopo di te nessuna traccia

amico mio… Lo avresti detto?



© Gabriele Via 26 luglio 2010