lunedì 21 giugno 2010

dove il mistero rimane e scompare



A me pareva grande

il letto di mamma e papà


poi mi sono accorto e di questo corpo

in queste sole parole


la maggior parte delle storie è finta

solo alcune sono vere

e sono eterne


ma casa è lo spazio in cui si fa d'eco

il tuo pianto

o dove le risa sboccano

al collasso della gioia muta

e il corpo ancora conosce

la sua alba liquida

e non c'è altro spazio per la vita

che la sola poesia


finalmente arrivano le domande

portate di presso al vero cuore


e allora tu nascesti

giovane poeta delle molte fedi


perché il pane

prima di ogni scuola

schiudesse al suo profumo

i più alti insegnamenti

di terra madre terra

a te solo figlio arrotondato

del mio cielo complesso

cellula dimenticata


e il patto: attore personaggio

cui tu partecipi con emozione

in questa ruota sempre in rodaggio

e di questo sai quel che sai


ed io che scrivo

queste sole parole


ora o prima o chissà quando


perché allora

mi chiedi tu quel che mi chiedi?


io scrivo queste sole parole

ma tu a cosa credi

e a cos'hai creduto

per tutto questo tempo?


il viaggio più lungo

quello breve da cui tornerai


e pure cade tra i fiori

il più semplice sconquasso

di un nuovo arrivo

che ogni altro amore si ripromette


tra il desiderio e il nulla

ci sappiamo sorprendere

con io di franchezza

bagnati dalla pioggia

da dove giunta


e un lavoro particolare sempre

ci intrattiene lento,

sapiente, intimo, necessario

e libero al tempo, semplice,

salutare, apparentemente

ininfluente

eppure così determinante


ora che sai che scrivere poesia

tra il desiderio e il nulla

non è dissimile dal tagliarsi le unghie


comprendi l'importanza profetica

di ogni cosa ancora appresa

per giunta le metafore

l’annodare e il profilo delle aiuole


dove il mistero rimane, scompare

si ricompone



©Gabriele Via

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