A me pareva grande
il letto di mamma e papà
poi mi sono accorto e di questo corpo
in queste sole parole
la maggior parte delle storie è finta
solo alcune sono vere
e sono eterne
ma casa è lo spazio in cui si fa d'eco
il tuo pianto
o dove le risa sboccano
al collasso della gioia muta
e il corpo ancora conosce
la sua alba liquida
e non c'è altro spazio per la vita
che la sola poesia
finalmente arrivano le domande
portate di presso al vero cuore
e allora tu nascesti
giovane poeta delle molte fedi
perché il pane
prima di ogni scuola
schiudesse al suo profumo
i più alti insegnamenti
di terra madre terra
a te solo figlio arrotondato
del mio cielo complesso
cellula dimenticata
e il patto: attore personaggio
cui tu partecipi con emozione
in questa ruota sempre in rodaggio
e di questo sai quel che sai
ed io che scrivo
queste sole parole
ora o prima o chissà quando
perché allora
mi chiedi tu quel che mi chiedi?
io scrivo queste sole parole
ma tu a cosa credi
e a cos'hai creduto
per tutto questo tempo?
il viaggio più lungo
quello breve da cui tornerai
e pure cade tra i fiori
il più semplice sconquasso
di un nuovo arrivo
che ogni altro amore si ripromette
tra il desiderio e il nulla
ci sappiamo sorprendere
con io di franchezza
bagnati dalla pioggia
da dove giunta
e un lavoro particolare sempre
ci intrattiene lento,
sapiente, intimo, necessario
e libero al tempo, semplice,
salutare, apparentemente
ininfluente
eppure così determinante
ora che sai che scrivere poesia
tra il desiderio e il nulla
non è dissimile dal tagliarsi le unghie
comprendi l'importanza profetica
di ogni cosa ancora appresa
per giunta le metafore
l’annodare e il profilo delle aiuole
dove il mistero rimane, scompare
si ricompone
©Gabriele Via
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