Sulla poesia gli equivoci sono infiniti
come sulla vita, sull'amore e su Dio.
Per non tirare in ballo la questione
della bellezza: è bello quel che piace
-senti ancora urlare qualche imbecille-
Ma bellezza e poesia, sono misteriose.
(a che titolo ciò non dovrebbe starci bene?)
La bellezza è una risposta:
spesso la giudichiamo senza conoscere
la domanda... Della bellezza possiamo
dire poco e in pochi... La poesia poi...
È ancor più indicibile...
Molti credono (in realtà per sentito
dire) che se ne stia dentro:
e non osano per ciò aprir bocca.
Altri protestano per le strade
urlando contro tutto e tutti
"nessuno
si può impossessare della poesia"
gemono con rabbia
di fanciulli disobbedienti
che ora si accorgono
di non essere più considerati…
"Ce la riprendiamo!" proseguono,
intanto "Poesia per tutti!
Poesia per liberare gli oppressi!
Poesia e Rivoluzione!"
In genere dopo un po' si stancano
e fanno qualcos'altro
o non sapendo o volendo fare
nient'altro ecco che alcuni si fanno
venire i capelli bianchi urlando:
"Poesia per tutti!
Poesia per liberare gli oppressi!
Poesia e Rivoluzione!"
Ma la poesia non sta per strada
e nemmeno negli esecrati salotti
Non è nella parola che si prosciuga
(attenti ai frigidi spiriti
della poesia prosciugata.
Sono persuaso che se fosse loro
offerto il timone
ci porterebbero al suicidio collettivo)
Non è neppure nel fiume inesauribile
dei mercati urlanti da prima
che fosse ribaltata
la clessidra polverosa dei giorni
La poesia è un parto.
Tra casa e strada…
preferisce stare negli orti.
Non è fuori, non è dentro:
ce l'hai presente un parto?
La poesia è sul nascere...
Non è la puerpera, che urla come una
bestia... Non è l'infante, che tira
spallate contro la luce... Non è il padre,
assente o ancora intontito di
meraviglia... Non la nutrice, le maniche
rimboccate che lavora...
La poesia è il parto,
non le parti: ma tutto il parto.
Per questo è sola.
Di lei subito si dimenticano tutti
o ne traggono brani tecnici
per la psicologia, l'igiene
la sociocultura, l'educazione,
l'economia l'alimentazione,
la moda, l'arte...
Mentre la poesia è poesia,
nella sua impossibile interezza.
Chi vede la poesia
lì, sul nascere
conosce anche come la bellezza
è una risposta volontaria
al dolore del parto
al suo violento andarsene
dagli occhi, lo stesso giorno
come fanno le nubi
un pomeriggio di marzo...
E la densità
che ci accompagna
a non temere il tempo
almeno oggi
nel cuore luminoso
di questo eterno parto...
E in un lastrico di equivoci civili
sappiamo anche dire: “quindi”,
come se tutto avesse avuto un senso…
…Ma la bellezza è solo una risposta,
tutta la risposta.
Forse abbiamo dimenticato ombrello
bussola, metro, forbici, spago
non possiamo ancora tirare le fila
E tu trascuri la vita
e vuoi leggere le risposte?
Soffermati su questi due
piccoli equivoci: scoprirai
che sei tu l'equivoco maggiore.
Se Dio è Dio
perché non essere un sarto?
©Gabriele Via Parigi, 5 marzo 2010
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