martedì 9 marzo 2010

Sulla poesia gli equivoci sono infiniti

Sulla poesia gli equivoci sono infiniti

come sulla vita, sull'amore e su Dio.

 

Per non tirare in ballo la questione

della bellezza: è bello quel che piace

-senti ancora urlare qualche imbecille-

 

Ma bellezza e poesia, sono misteriose.

(a che titolo ciò non dovrebbe starci bene?)

 

La bellezza è una risposta:

spesso la giudichiamo senza conoscere

la domanda... Della bellezza possiamo

dire poco e in pochi... La poesia poi...

È ancor più indicibile...

 

Molti credono (in realtà per sentito

dire) che se ne stia dentro:

e non osano per ciò aprir bocca.

 

Altri protestano per le strade

urlando contro tutto e tutti

 

"nessuno

si può impossessare della poesia"

gemono con rabbia

di fanciulli disobbedienti

che ora si accorgono

di non essere più considerati…

"Ce la riprendiamo!" proseguono,

intanto "Poesia per tutti!

Poesia per liberare gli oppressi!

Poesia e Rivoluzione!"

 

In genere dopo un po' si stancano

e fanno qualcos'altro

o non sapendo o volendo fare

nient'altro ecco che alcuni si fanno

venire i capelli bianchi urlando:

 

"Poesia per tutti!

Poesia per liberare gli oppressi!

Poesia e Rivoluzione!"

 

Ma la poesia non sta per strada

e nemmeno negli esecrati salotti

 

Non è nella parola che si prosciuga

(attenti ai frigidi spiriti

della poesia prosciugata.

Sono persuaso che se fosse loro

offerto il timone

ci porterebbero al suicidio collettivo)

Non è neppure nel fiume inesauribile

dei mercati urlanti da prima

che fosse ribaltata

la clessidra polverosa dei giorni

 

La poesia è un parto.

 

Tra casa e strada…

preferisce stare negli orti.

Non è fuori, non è dentro:

ce l'hai presente un parto?

La poesia è sul nascere...

 

Non è la puerpera, che urla come una

bestia... Non è l'infante, che tira

spallate contro la luce... Non è il padre,

assente o ancora intontito di

meraviglia... Non la nutrice, le maniche

rimboccate che lavora...

La poesia è il parto,

non le parti: ma tutto il parto.

 

Per questo è sola.

 

Di lei subito si dimenticano tutti

o ne traggono brani tecnici

per la psicologia, l'igiene

la sociocultura, l'educazione,

l'economia l'alimentazione,

la moda, l'arte...

 

Mentre la poesia è poesia,

nella sua impossibile interezza.

 

Chi vede la poesia

lì, sul nascere

conosce anche come la bellezza

è una risposta volontaria

al dolore del parto

al suo violento andarsene

dagli occhi, lo stesso giorno

come fanno le nubi

un pomeriggio di marzo...

 

E la densità

che ci accompagna

a non temere il tempo

almeno oggi

nel cuore luminoso

di questo eterno parto...

 

E in un lastrico di equivoci civili

sappiamo anche dire: “quindi”,

come se tutto avesse avuto un senso…

 

…Ma la bellezza è solo una risposta,

tutta la risposta.

 

Forse abbiamo dimenticato ombrello

bussola, metro, forbici, spago

non possiamo ancora tirare le fila

 

E tu trascuri la vita

e vuoi leggere le risposte?

 

Soffermati su questi due

piccoli equivoci: scoprirai

che sei tu l'equivoco maggiore.

 

Se Dio è Dio

perché non essere un sarto?

 

©Gabriele Via      Parigi, 5 marzo 2010 

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